75 milioni di squali uccisi ogni anno in tutto il mondo, accidentalmente o volontariamente.
Il più delle volte non per le loro carni, generalmente poco appetibili. Ma soprattutto per le loro pinne, ricercatissime sul mercato asiatico per la preparazione della zuppa di pinne di pescecane. Un commercio lucroso ma che sta devastando gli oceani.
Gli squali, infatti, non possono sostenere una pesca così massiccia: per mantenere naturalmente basso il loro numero, coerentemente con la loro posizione al vertice della catena alimentare, la Natura li ha dotati di un tipo di riproduzione assai lento. Cominciano a riprodursi molto in là con gli anni (di solito a 10-15 anni) e al termine di gestazioni fra le più lunghe del mondo animale (di 1 o 2 anni) mettono al mondo solo pochi piccoli. Per questo la pesca eccessiva decima le loro popolazioni e le porta rapidamente sull’orlo del collasso: i pochi esemplari rimasti necessitano di tempi “biblici” per ripopolare il mare.