Un cucciolo di squalo elefante finito per errore nelle reti ad Anzio. La morte di questo animale a rischio di estinzione conferma come il Mediterraneo sia il luogo più pericoloso al mondo per gli squali, come evidenziato la settimana scorsa dal rapporto IUCN.
Aveva probabilmente appena un anno il piccolo squalo elefante finito per errore in una rete da posta a poco più di un miglio dal porto di Anzio ai primi di novembre. Tre metri e mezzo possono sembrare molti, ma lo squalo elefante è il pesce più grande del Mediterraneo: può vivere ben oltre i 50 anni e raggiungere, da adulto, i 10 metri di lunghezza. Niente paura, però: mangia solo plancton!
Nonostante le dimensioni, è uno degli squali più misteriosi: vive in alto mare e solo raramente si avvicina alla costa. Quando ciò accade, però, rischia di finire nelle reti da posta – proprio come è accaduto a questo piccolo esemplare. Nel nostro mare lo squalo elefante è a rischio di estinzione ed è anche una delle tre specie protette (insieme allo squalo bianco e alla mobula). Le catture accidentali, d’altronde, sono proprio una delle maggiori cause di mortalità degli squali in Mediterraneo, come ha evidenziato il rapporto IUCN appena pubblicato.
Grazie alla pronta segnalazione della Capitaneria di Porto, Simona Clò – “squalologa” di lungo corso (è anche responsabile scientifica di MedSharks e del Settore Conservazione Natura del CTS) – è potuta intervenire per raccogliere campioni di tessuto per l’analisi del DNA, una tessera in più nel mosaico di questo squalo misterioso.
MedSharks e il CTS Ambiente hanno un progetto di ricerca su questo squalo: l’Operazione Squalo Elefante