Un profilo di questo enorme squalo abissale, una delle specie studiate in Mediterraneo da MedSharks. Guarda, nell’intervista di LineaBlu, le immagini spettacolari della nostra ricerca.
La cosa che più colpisce del capopiatto (o notidiano grigio, o pesce vacca – insomma l’Hexanchus griseus) è la taglia: le femmine infatti possono raggiungere i 5 metri di lunghezza.
Poi la mancanza della pinna dorsale, quella che molti pensano sia la caratteristica tipica di tutti gli squali (e invece no!).
La sua vera caratteristica è però il numero di branchie: la stragrande maggioranza degli squali ne ha 5, solo una specie ne ha 7 e pochissime ne hanno 6 – tutte appartenenti al genere, ovviamente, Hexanchus.
Ma la cosa che personalmente più mi ha colpito, la prima volta che l’ho visto sott’acqua, è l’occhio: verde come uno smeraldo. E questa caratteristica ci dice già qualcosa delle sue abitudini, visto che è comune a molti squali di profondità. Di questa specie, comunque, la scienza sa pochissimo: ignoto il suo comportamento, se sia uno squalo migratore o stanziale. Non si sa quanto viva né in quanto tempo si riproduca.
Dove vive – E’ uno squalo di profondità, che vive di solito fra i 500 e i 1000 metri fino a un massimo di 2000, anche se in vicinanza di fondali profondi e canyon sottomarini si può trovare anche attorno i 40-50 metri di profondità. Ma come molti organismi marini, risale regolarmente la notte dagli abissi a minor profondità. I libri lo descrivono come un prigro nuotatore, ma vi assicuro che stargli dietro, quando decide di seminarci, non è per niente facile!
Cosa mangia? La sua dieta è varia: altri squali, razze, pesci come sogliole ma anche pescispada, calamari, gamberi e granchi. Giovanni Simone (grande amico del compiano delfino Filippo di Manfredonia) ci segnala la cattura a fine dicembre di un capopiatto al largo di Vieste: era una femmina di circa 4 metri di lunghezza che aveva nello stomaco due pesci spada, una spigola e una ricciola! Non sappiamo però se li abbia catturati o se, invece, li abbia “rubati” a reti o ami di palangari.
Le nuove generazioni – E’ uno squalo ovoviviparo: questo vuol dire che le uova si schiudono nel ventre della madre e i piccoli completano il loro sviluppo nutrendosi delle uova non fecondate. E’ uno squalo apparentemente molto prolifico, perché può generare da 22 a 108 piccoli dopo, si pensa, almeno un anno di gestazione e probabilmente un anno di pausa. Sconosciuta la sua vita media, che è però probabilmente molto lunga.
Quanti ce ne sono? Il capopiatto non è uno squalo abbondantissimo ma viene regolarmente pescato un po’ ovunque in tutto il Mediterraneo. Il capopiatto è catturato come by-catch; in Italia una pesca diretta a questa specie sembra esistere solo in Liguria e lungo le coste siciliane dove le sue carni sono apprezzate. Le sue carni sono infatti commestibili e, anzi, nella zona di Catania e di Milazzo pare siano particolarmente apprezzate.
Status: Questo squalo, nonostante generi un gran numero di piccoli, come tutte le specie di alta profondità cresce molto lentamente ed è quindi particolarmente vulnerabile. Dove è stato pescato intensivamente, come in Costa Azzurra, è praticamente scomparso e le catture sono comunque diminuite ovunque. Così la IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, inserisce la popolazione mediterranea di questo squalo nella Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione come “prossima alla minaccia“, il che indica una diminuzione dal 30 al 50% nel giro di tre generazioni. Non è prevista alcuna misura di protezione.
MedSharks studia il capopiatto – Di questa specie, tanto per cambiare, si sa davvero poco. Per questo MedSharks ha iniziato a studiarla nello Stretto di Messina – uno dei pochi luoghi al mondo dov’è possibile osservarli. Grazie alle macchie e cicatrici che hanno sul corpo è possibile riconoscere i diversi individui; è in programma – fondi permettendo – un progetto di marcatura di questi animali per scoprire i loro spostamenti nell’arco dell’anno. Ecco l’intervista su LineaBlu con le spettacolari riprese di Roberto Rinaldi girate insieme lo scorso anno.
Salve
Sono stato con la mia famiglia a fare le vacanze in Calabria – Lido di Squillace. Lunedi e stato recuperato a Copanello un CAPOPIATO morto di ca. 3 metri e di ca. 180-200 kg.
Saluti dalla Svizzera.
Salvatore Samà
SONO UN SUBACQUEO ED APPASSIONATO DI SQUALI, HO ASSISTITO IN ALCUNE OCCASIONI ALLA PESCA DEL CAPOPIATTO ABBOCCATO IN PALANGARI DI FONDO PER LA PESCA DI MERLUZZI ED ALTRE SPECIE NEL SIRACUSANO. HO REALIZZATO MATERIALE FOTOGRAFICO E FILMATI NONCHE’ APPUNTI E MISURAZIONI VARIE SUGLI SQUALI CATTURATI ANCHE DI SPECIE DIVERSE, POICHE’ QUESTA PESCA VIENE EFFETTUATA DAGLI 80 E SINO A 200 MT DI PROFONDITA’. STO CERCANDO DI SENSIBILIZZARE I PESCATORI AD EVITARE QUESTE CATTURE E DI FAR LIBERARE GLI SQUALI CATTURATI. PURTROPPO LA MANCATA CONOSCENZA DELLO STATO DEI NOSTRI MARI DA PARTE DEI PESCATORI E ABISSALE E NON E’ FACILE FAR CAPIRE CHE TUTELARE E RISPETTARE IL MARE SIGNIFICA ANCHE TUTELARE IL LORO LAVORO. GRAZIE