Andrea Dell’Apa, un giovane ricercatore italiano, è da poco rientrato da un periodo di lavoro sullo squalo bianco al South African Marine Predator Lab (tra l’altro di un ricercatore italiano, Enrico Gennari, autore della foto sotto). Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.
L’attività di ricerca che svolgevamo era divisa su due fronti.
Un primo studio era rivolto a capire quanti squali bianchi siano presenti a Mossel Bay e come tale numero vari nel corso dell’anno. Ad esempio, sappiamo che da maggio a settembre arrivano squali bianchi più grandi.
Per tale azione si pasturava con fegato di squalo in modo da lasciare una scia dietro la barca. Gli squali la percepivano ed arrivavano fino alla barca, dove cercavamo di farli rimanere il più a lungo possibile con l’utilizzo di una bait rope, una cima su cui erano attaccate teste di pesce (quelle di tonno funzionano meglio perchè hanno un più alto conenuto in lipidi ed olio). A questo punto effettuavamo fotoidentificazione degli esemplari, lavorando principalmente sulle pinne dorsali, ma anche su macchie e cicatrici presenti su tutto il corpo. A volte effettuavamo anche un prelievo di campioni di pelle per conto di un’università scozzese che li aveva richiesti per studi genetici in corso.
La seconda attività riguardava il tracking degli esemplari (uno in verità finchè sono stato li) mediante telemetria acustica. La parte più difficile è stata quella di posizionare il trasmettitore alla base della pinna dorsale…..non è per niente semplice.
Una volta posizionato si può seguire lo squalo anche senza vederlo fino a che le batterie del trasmettitore reggono, generalmente durano qualche mese. Si immerge l’idrofono in acqua, collegato ad un ricevitore, e si può sentire un “bip” se lo squalo si trova in un raggio di 600-700 metri. Ovviamente più è vicino lo squalo all’idrofono e più il segnale in cuffia è forte. Se lo squalo ad esempio si sposta a destra, il segnale sarà più forte spostando l’idrofono ad ore 1-2.
Si lavora in coppia: skipper ed addetto all’idrofono. Il secondo dà la direzione e la velocità al primo: ad esempio “procedi ad ore 11, intensita del segnale bassa, aumenta velocità”
Quando si raggiunge una distanza di circa 100 metri si dà la posizione – lo scopo infatti non è quello di… investire lo squalo ma solo di seguirlo senza influenzare il suo comportamento.
Il ricevitore inoltre registra la posizione, la profondità e la temperatura dell’acqua inviategli dal trasmettitore. Da questi dati si può vedere come gli squali vengano influenzati dai parametri fisici dell’acqua. Alcuni studi infatti dimostrano che gli squali bianchi sarebebro influenzati dalla temperatura dell’acqua, preferendo temperature non inferiori ai 15-16 gradi, anche se in casi eccezionali possono trovarsi anche in acque inferiori ai 10 gradi.
Tali studi aiuteranno a capire quali siano le preferenze ecologiche della comunità locale, ed aiuteranno a capire meglio il loro comportamento migratorio.
Sono un appassionato di mare e ammiro da sempre gli squali e la loro natura evolutiva, vorrei che ogni uomo si rapportasse con loro in modo da apprendere che siamo tutte creature del nostro pianeta e non ci possiamo erigere a giudici di chi deve vivere e morire. Sono rimasto molto colpito dalla carneficina che viene perpretata ogni anno solo per avidita economica o da false credenze.
Sono con Voi e Un grande abbraccio Stefano