
Carcharhinus limbatus
Ne avevamo già parlato qualche mese fa, quando una squaletta pinnabianca “vergine” aveva dato alla luce un piccolo in un acquario in Ungheria. Che gli squali siano in grado concepire piccoli anche senza accoppiamento – una vera e propria “immacolata concezione”, insomma – viene confermato in questi giorni dai ricercatori che hanno studiato il caso di Tidbit, una femmina di Carcharhinus limbatus ospite del Virginia Acquarium, morta nel maggio del 2007 una settimana prima di dare alla luce il suo piccolo. Piccolo parrticolare: Tidbit, che aveva dieci anni, era “da sempre” stata in cattività senza contatti con altri maschi (qui tutta la storia di Tidbit)
I ricercatori hanno così eseguito l’analisi del DNA e hanno scoperto che il piccolo aveva preso tutto il suo corredo genetico dalla madre. Si tratta del secondo caso confermato e pubblicato sui giornali scientifici (qui articolo pubblicarto sul Journal of Fish Biology)
Il primo analizzarto a fondo dai ricercatori è stato quello di uno squalo martello nato in uno zoo del Nebraska da una madre vergine (qui l’intervista BBC a uno degli autori della ricerca, l’intervista della National Public Radio (con una ottima spiegazione della partenogenesi), intervista a George Burgess su Science Friday. E infine il lavoro scientifico)
Visto il crollo delle popolazioni di squali, il fatto che le femmine possano “far da sé” potrebbe sembrare una buona notizia. A parte che non sappiamo se questo avvenga solo in acquario o anche in natura, i piccoli nati senza padre, però, sono molto meno resistenti perché prendono tutto il corredo genetico dalla madre e non possono beneficiare, quindi, del “rimescolamento” genetico tipico della riproduzione sessuata.
Lo hanno chiamato יהושע-Yĕhošūa‘ : )