Quanti squali peschiamo?

Ecco il testo della presentazione di Andrea Dell’Apa al convegno del Museo di Zoologia di Roma. In fondo anche le slides della presentazione.

Quanti squali si pescano ogni anno? – Secondo i dati FAO la produzione commerciale di condroitti nel periodo dal 1950 al 2000 è aumentata pressappoco ogni anno, stabilizzandosi solo nel corso degli ultimi 5 anni, ma solo dopo aver sfondato quota 800.000 tonnellate l’anno.

Dove si pesca? Mentre la produzione dei paesi sviluppati è rimasta pressoché costante, a partire dalla fine degli anni ’60 i paesi in via di sviluppo hanno cominciato a fornire i maggior quantitativi. La commercializzazione della carne di squalo a scopo alimentare è di importanza vitale nei paesi in via di sviluppo. Accanto a questo tipo di commercio, che potremmo considerare in fondo più che legittimo vista la mancanza di fonti proteiche di origine animale in molti paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se ne aggiunge purtroppo uno che possiamo definire del tutto superfluo e addirittura criminoso ai fini conservazionistici delle specie di elasmobranchi in queste aree del mondo: il finning. I maggiori quantitativi esportati di pinne provengano dai paesi in via di sviluppo, come si può notare dal grafico dei dati FAO dal 1976 al 2000. In questi paesi tale commercio risulta estremamente redditizio, soprattutto in quelle zone dove la pesca incontrollata ha portato alla drastica riduzione delle specie ittiche più commerciabili.

la traccia azzurra sono paesi in via di sviuppo

esportazioni di squalo: la traccia azzurra sono paesi in via di sviuppo

Dove vanno a finire le pinne? – Questo commercio va a rifornire i paesi asiatici, Cina ed Hong Kong in testa, per la preparazione di una costosissima zuppa di pinne di squalo. Tale pietanza serve esclusivamente a fornire prestigio a chi l’acquista od offre ai suoi commensali, in quanto la cartilagine di squalo è assolutamente insapore.

Ma anche in Europa non si scherza – Il commercio della carne di squalo, comprese importazioni dall’estero, è presente anche in Europa, anche se la questione non è posta spesso sotto la lente d’ingrandimento dei consumatori come forse meriterebbe.
Secondo i dati FAO l’Europa annovera alcune fra le nazioni più coinvolte al mondo nella pesca agli squali. Tra il 1990 ed il 2003 le catture globali rilevate di squali sono aumentate del 22%, di cui l’80% è dovuto a 20 paesi fra cui Spagna, Portogallo, Regno Unito e Francia.
In Italia – Anche la produzione italiana non è certo irrilevante, con 1061 tonnellate nel 2004, che collocano l’Italia al primo posto dei paesi mediterranei per tale anno, seguita da Turchia (1018 t), Grecia (911 t) e Spagna (837 t).

Dati in termini di trend di produzione annua per palombi e razze in Italia dal 1959 al 2005 si possono ottenere dagli annuari dell’ISTAT. Si può notare come i quantitativi per entrambe le categorie siano aumentati prepotentemente a partire dai primi anni ’80, per raggiungere valori molto più modesti negli ultimi anni. Ciò potrebbe essere il risultato di una pesca eccessiva subita da tali specie, ma studi più approfonditi dovranno valutare la reale entità di tale fenomeno.
Altri squali sulle nostre tavole: Accanto a tali specie, ne vengono commercializzate anche altre di medio-grandi dimensioni quali smerigli, verdesche, mako e squali volpe. Non è raro infatti trovare nelle pescherie tranci di mako. Fin qui nulla di strano visto che tale carne può essere regolarmente venduta.

La frode: Il problema nasce nel momento in cui i tranci di mako, o in alcuni casi di verdesca o smeriglio, vengono venduti come tranci di pesce spada. Il costo delle due carni è ovviamente diverso, maggiore per lo spada, con evidente ampio margine di guadagno del venditore che commette però una truffa a tutti gli effetti ai danni dei consumatori.
Visti da un occhio non esperto non sembrano esserci molte differenze tra i due tipi di carni, ma il trucco c’è.

mako

mako

pescespada

pescespada

Nel mako la muscolatura rossa ha forma circolare e presenta un lieve baffo diretto verso l’esterno. Nel pesce spada invece tale muscolatura ha una caratteristica forma a V.
Tranci di specie diverse di squalo sono facilmente trovabili anche navigando in internet. Diverse aziende ittiche italiane specializzate in import-export, importano grossi quantitativi di carne di squalo da diverse parti del mondo: Atlantico, Sud-America, Europa

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  1. Pingback: Proteggete i nostri squali! | sottacqua diving school

  2. Silvio

    Beh ho trovato questo studio di Andrea veramente interessante, mi sembra veramente impossibile che si mangi carne di squalo quando e’ una specie cosi’ rara. Sono un sostenitore di tutte le societa’ salva animali compreso lo squalo.
    Un saluto ad Andrea dal suo lontano amico Canadese di Saint John ciao Silvio

  3. Alessia Cimarelli

    Grazie allo studio e all’esposizione di Andrea (durante la settimana europea dello squalo)
    ho acquisito diverse nozioni in materia.
    Soprattutto sono felice, ad oggi, di riuscire a riconoscere tranci di spada da tranci di squali, nei piatti al ristorante così come nei banchi dei market…
    per non prenderlo MAI… neanche per errore!
    Tra l altro prestando particolare attenzione, mi sono accorta che gli squali vendono normalmenti venduti in tutti i supermercati e gli ipermercati della grande distribuzione.
    Vergognoso!

  4. complimenti bell’articolo. MB è molto sensibile e attiva a diffondere il messaggio “NO allo Shark Finning” e alla salvaguardia e difesa dello squalo. Grazie

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