Il 2010 si sta rivelando un’annata eccezionale per gli squalo elefante. Animali rarissimi, a rischio estinzione. E nostro oggetto di studio da 5 anni (la pagina dell’Operazione Squalo Elefante).
Così, l’azzardo: squali martello rimandati, e la Rotta degli Squali a marzo porta dritta dritta verso la Sardegna dove da un mese i cetorini vengono segnalati dalle isole della Maddalena fino a Cala Gonone.
Domenica 14 marzo: Atterrata stamattina, in acqua dopo due ore grazie al supporto dell’Area Marina Protetta di Tavolara e Capo Coda Cavallo , dove solo due giorni fa sono stati avvistati 5 cetorini. Ore di ricerca e poi… balenottere (guarda le foto)!! Le mie prime balenottere in Mediterraneo… Almeno due: e dalle foto è evidente che una ha subito un trauma, probabilmente lo scontro con una nave. Porella. Domani di nuovo in acqua. Seguiteci!
Lunedì 15 marzo: c’è molto vento, oltre i 20 nodi così ne approfittiamo per fare una lunga chiacchierata con gli ufficiali della Guardia Costiera di Olbia che nelle settimane passate hanno avvistato gli squali elefante intorno a Tavolara. Aspettiamo diverse ore sperando che il vento finalmente molli, poi grazie agli uomini della GC andiamo a mare. Due ore a scrutare le onde, ma le condizioni non sono certo ideali. Non vediamo nulla, ma ci abbiamo provato! Grazie, ragazzi.
Martedì 16 marzo: c’è tramontana: sole e freddo. Il mare è abbastanza buono, in giro ci dev’essere tantissimo pesce perché gli uccelli sono ovunque in frenesia e si gettano come proiettili a mare. Ma in quattro ore, nessuna pinna. In compenso Salvatore Vitale, dell’AMP di Tavolara, mi ha mostrato un falco pellegrino e il gabbiano corso. Scopro così che si tratta di un gabbiano endemico del Mediterraneo, che negli anni ’60 era uno dei gabbiani più rari al mondo con appena mille coppie nidificanti rimaste. Nonostante il numero sia notevolmente aumentato da allora, rimane sempre una specie a rischio. In Italia si trovano solo 500-600 coppie: davvero un incontro speciale (qui la scheda della IUCN)! Nel frattempo, messaggi da più a sud: due giorni fa gli squali son stati visti a Cala Gonone e ieri a Orosei (guarda il video sub di Matteo Porcu). Mi sfuggono!
Mercoledì 17 marzo, Cala Gonone. Una situazione straordinaria, unica. Magica. Non ci sono altre parole per descrivere le immagini che mi mostrano Gaetano Mura e Pietro Dal Prà. Squali elefante, sì, e ovviamente mi interessano molto: son qui per questo. Ma assieme agli squali, a volte proprio fianco a fianco, Gaetano e Pietro hanno filmato delle balene. Che facevano “i numeri”. Cioè: mangiavano. In superficie. Cosa che solo in pochi, pochissimi, e fra questi solo un paio di ricercatori, hanno mai visto. Perché il cibo preferito delle balenottere mediterranee (almeno nell’unico posto dove finora siano riusciti a studiarle, il Mar Ligure) è un gamberetto che vive a centinaia di metri di profondità. E’ lì che è allestito il banchetto delle balene (come potete leggere in questo racconto sulle balene per ragazzi che ho scritto qualche anno fa). Non a cala Gonone: o almeno, non in quel magico lunedì in cui il banchetto si è svolto in superficie. Le immagini sono straordinarie, io sono in fibrillazione, così come i ricercatori dell’Istituto Tethys ai quali mi rivolgo per avere la conferma dell’eccezionalità della situazione.
48 ore sembrano poche, ma in natura possono essere un’eternità. Oggi l’acqua è più limpida, il plancton sembra essersi diradato. Di squali nemmeno l’ombra, e se anche le balene sono ancora qui, sono assai più timide o probabilmente solo più concentrate nelle loro immersioni a caccia di gamberi, e non si lasciano avvicinare. La magia della loro brevissima apparizione e del suono del loro respiro, anche se da lontano, è comunque unica. Non ho visto gli squali? Pazienza.
Giovedì 18 marzo – il tempo è magnifico, sole e mare piatto. Ma il computer mi reclama: c’è da sistemare gli avvistamenti, scrivere articoli, spedire foto, rintracciare i tanti avvistratori di squali e balene. Oggi i miei occhi a mare sono quelli di Salvatore, dell’AMP Tavolara, e di Egidio Trainito che a Tavolara vedono una marea di delfini, ma niente squali.
Venerdì 19 marzo – Oggi sono di nuovo a mare con gli uomini della Guardia Costiera di Olbia. Arriviamo a Capo Figari, chiediamo a pescatori e diportisti: nessuno ha visto nulla oggi. Dirigiamo su Tavolara. “Secondo me ora troviamo qualcosa” azzarda il comandante della motovedetta, Paolo Magistri, che per altro è il primo ad aver incontrato gli squali in questo angolo di Sardegna, il 22 febbraio. Allora la sua segnalazione, arrivata col “ponte” dell’AMP Tavolara, mi era arrivata prima ancora del loro rientro in banchina.
Qualcuno la chiama “legge di attrazione”, qualcun altro “fattore C”. Io non la chiamo né ci credo, ma mi adeguo. E dopo neanche un’ora… balena! A un paio di miglia da Punta Papa di Tavolara prende fiato, s’immerge, riesce da tutt’altra parte, si riimmerge e così avanti per una mezz’ora. Ma è sempre troppo lontana per farle una bella foto alla pinna dorsale: visto che non ci sono i miei animali, tanto vale mettermi a disposizione dei cetologi. Il profilo delle dorsali, come per gli squali, è l’impronta digitale che consente di riconoscere i vari animali. Io sarei qui per gli squali elefante – ma ci sto prendendo gusto a questi bestioni!
ciao…io ho visto gli squali elefante e tre balennottere a gonone gia una ventina di gg fa…ho una 50ina di foto….